FSP Aurum Pro 1200W Gold, analisi Pt.1 - Esterno
Dato che ovviamente è presente la certificazione di Ecova Plug Load Solutions, l’unità viene pubblicizzata come avente un’efficienza pari al 90%. Un elevato valore di quest’ultimo parametro permette un minore consumo elettrico e quindi un inferiore costo della bolletta elettrica alla fine del mese; da ciò consegue anche un’operatività più silenziosa dovuta al minore calore generato ed infine la consapevolezza di avere un prodotto decisamente più rispettoso delle problematiche ambientali inerenti allo spreco di energia elettrica. Procediamo all’analisi dell’esterno, per poi dare uno sguardo alla componentistica onboard.
Analisi dell’esterno
Il design esterno, come da consuetudine FSP per quanto riguarda la serie Aurum, presenta una colorazione nera con inserti in oro, una finitura porosa, decisamente peculiare perché è unica nel suo genere. E’ proprietaria FSP in quanto risulta estremamente resistente a tagli, graffi ed impronte digitali. Nella parte centrale inferiore è presente la classica struttura forata, avente una griglia a protezione della ventola da 135mm posizionata nella parte sottostante. Possiamo notare lateralmente al foro necessario per il pescaggio dell’aria delle aperture di aerazione che differiscono da quelle posteriori, denominate dal produttore “Arrow Flow”. Gli inserti in oro sono tesi a risaltare la grande efficienza di questo modello. La finitura complessiva è ottima e non sono presenti sverniciature o deformazioni.
Nella parte anteriore troviamo l’ingresso della corrente, assieme ad un piccolo e classico pulsante di accensione, di dimensioni standard. Oltre a questo possiamo notare le feritoie di ventilazione menzionate precedentemente, aventi una forma a freccia. Facciamo presente che il connettore di ingresso AC è di dimensioni maggiorate, tripolare e con un cavo ben più spesso del normale. Questo permetterà una stabilità decisamente maggiore, non permettendo distacchi accidentali, ma ovviamente porterà a problemi di compatibilità con adattatori e prolunghe di terzi. Poco male, meglio un connettore di questo tipo che eventuali problemi a causa di connettori che si staccano facilmente, come è successo in passato.
Nella parte posteriore possiamo trovare le connessioni modulari proprietarie, molto sottili, che permettono un inserimento davvero molto facile, oltre a classici connettori ad 8 e 10 poli
NOTA CONNETTORI: facciamo presente che sarebbe opportuno che i produttori standardizzassero gli ingressi posteriori perché ciò potrebbe permettere l’inserimento di altri cavi standard qualora fosse necessario, o qualora vadano perduti quelli originari. La mancata standardizzazione in molti casi può essere più un problema che un fattore positivo per l’utenza finale, anche se comunque in questo caso è decisamente apprezzabile lo sforzo a livello di progettazione da parte del produttore.
Posteriormente quindi troviamo i connettori di alimentazione supplementari, modulari, ed i cavi di alimentazione saldati che conferiscono una modularità parziale all’alimentatore. Gli ingressi dei cavi addizionali, similmente all’FSP 750W da noi recensito, sono piatti e si diversificano dai soliti modelli a 6 Pin, il che porta ad un ingombro contenuto, anche per via della sleevatura particolare e resistente adottata in questo modello, come vedremo.
Lateralmente, su di una vite, c’è uno sticker che segnala la perdita della garanzia della casa produttrice qualora dovesse essere rimosso o forato, per permettere lo smontaggio della scocca o l’eventuale sostituzione della ventola in dotazione, cosa presente nella quasi totalità degli alimentatori attualmente in commercio.
La grandezza complessiva è ridotta, per via della grande efficienza dell’unità, è stato quindi possibile utilizzare un dissipatore passivo di ridotte dimensioni, e rendere l’unità compatibile con cabinet decisamente piccoli.